A VOLTE RITORNANO. LE CASSE DI ESPANSIONE SUL FIUME MAGRA
Un recente e piccolissimo articolo letto su La Nazione, sezione della Lunigiana, riporta la minaccia, che ormai sembrava sepolta, delle "casse di espansione", legate al fiume Magra e alla piana di Filattiera. Torna casualmente alla ribalta legata alla ripresa dei lavori della ferrovia pontremolese. Casualmente.
Ripercorriamo la vicenda con l'aiuto dell'archivio online del Tirreno e del Corriere Apuano. Sono ormai 10 anni che se ne parla e questa idea balzana sembra non essere ancora purtroppo tramontata. L'idea era nata per due motivi, o forse per uno solo e ancora attuale: prelevare la ghiaia per il raddoppio delle ferrovia pontremolese praticamente a costo zero, se non lo scempio ambientale in una zona protetta (ANPIL di Filattiera). Chi non vede a cosa si è ridotta la zona della Chiesaccia a Villafranca passando dalla statale della Cisa?
Dieci anni fa appunto, furono veementi le proteste, corredate da legittime domande sull'utilità e soprattutto inutilità del progetto.
La popolazione si fece subito sentire. Cosa stupisce di più? Che debba essere deturpato un territorio per problemi di piene duecentennali (ogni DUECENTO ANNI quindi)? o che per permessi di costruire nel letto del fiume dati da comuni più a valle, ora ne debba rendere conto la cittadinza filattierese? Sarebbe stato meglio cementificarla a questo punto...
Poi si cominciò a rinsavire, nel marzo 2001, venne ribadito il no alle casse di laminazione, che nel frattempo si erano moltiplicate anche in altri comuni e qua e là in numerosi torrenti della Lunigiana.
Si parlava ormai apertamente di casse di prestito per la Pontremolese, che diventava il motivo principale delle casse, altro che la pericolosità del fiume Magra. Con criterio si parlava di pulizia degli alvei, operazione che non viene fatta neppure oggi, fino alla prossima alluvione, il WWf si faceva sentire e anche altri esperti. Il giornale locale andava giù duro in modo sacrosanto nell'agosto del 2001. Un altro no nel settembre nel 2001, con diffida alla regione Toscana. Tutto sembrava finalmente concluso, fino al 2008 nessuna notizia, anzi, quella che apparve contestava l'inopportunità di una soluzione assurda.
Riporto un breve passaggio del Corriere Apuano del 13 ottobre 2001 (leggere interamente l'articolo):
"E’ opinione comune che la messa in sicurezza del fiume sia un puro pretesto, almeno nei termini previsti da un progetto qualificato, volta volta, con vari aggettivi, da faraonico a devastante, da inaccettabile a inutilmente. A conferma sono stati forniti i dati ormai noti, relativi ai costi (700/800 miliardi) ai chilometri di arginature, agli sbarramenti, alle casse dentro e fuori il greto, alle briglie a bocca tarata (alcune alte oltre 20 metri), a due canali scolmatori, uno umido e uno secco, che dovrebbero costeggiare gli ultimi chilometri del fiume fino alla foce, alle stime definite “cervellotiche” delle piene che farebbero del Magra il maggior fiume italiano dopo il Po. Magra e Vara sono visti come canali artificiali e non come arterie naturali di un sistema delicato e complesso"
Ed ecco nell'aprile del 2007, apparire uno studio dal titolo:
APPROFONDIMENTI DELLO STUDIO GEOMORFOLOGICO DEI PRINCIPALI ALVEI FLUVIALI NEL BACINO DEL FIUME MAGRA FINALIZZATO ALLA DEFINIZIONE DI LINEE GUIDA DI GESTIONE DEI SEDIMENTI E DELLA FASCIA DI MOBILITÀ FUNZIONALE
Si trova nel sito dell'Autorità di Bacino del fiume Magra e venne commissionata dalla stessa al Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Firenze.
A pagina 13 si legge:
4. Piana di Filattiera: tratto di assoluto pregio naturalistico, per il quale istituire normative di divieto assoluto di ogni modifica o azione che possa interferire con la dinamica fluviale.
A pagina 18:
3. Casse lungo il F.Magra: gestione della FMF (Fascia di Mobilità Funzionale) differenziata per tratti. Per tale fiume si può prevedere un criterio differenziato per tratti. I tratti prioritari da destinare alle tendenze evolutive naturali sono: a) Piana di Filattiera; b) basso Vara (da Piana Battolla alla confluenza Magra); c) basso Magra (da S.Stefano a Sarzana). Ad esclusione dei precedenti, si può prendere in considerazione la realizzazione di opere di laminazione negli altri tratti.
Lo studio completo si può trovare nella pagina dell'autorità di bacino: : http://www.adbmagra.it/Pdf/UNIFI_2_Sintesi%20relazione%20finale.pdf
Ricordiamoci che alla Chiesaccia doveva essere tutto momentaneo...
domenica 11 ottobre 2009
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